Nella nostra società, con l’avvento di Internet, la circolazione di informazioni è aumentata talmente tanto che si può parlare di un vero e proprio “diluvio informazionale”. Questo termine è stato coniato da Pierre Lévy, filosofo di cultura virtuale contemporanea, che ha anche dedicato un libro all’intelligenza collettiva, a un’antropologia del cyber-spazio. Si parla di “intelligenza collettiva” per indicare nuove conoscenze nate dal confronto tra le persone, dall’unione di ciò che le persone sanno riguardo a una particolare tematica. Tuttavia, come dicevamo, sulla rete le informazioni e i punti di vista sono talmente tanti che non sappiamo più da che parte schierarci né di chi fidarci. Nicholas Carr, scrittore contemporaneo statunitense, è arrivato addirittura a chiedersi se “internet ci rende stupidi” (Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello- Ed R. organica, omogenea e libresca come nel passato ma è fatta Cortina 2011). Il rapporto che si ha con la conoscenza è infatti cambiato: essa non è più organica,
omogenea e libresca come nel passato ma è fatta da tanti frammenti fugaci ed effimeri che ognuno nel mondo decide di condividere.
Libro e rete a confronto: mentre il libro incoraggia il pensiero profondo e creativo, Internet favorisce l’assaggio rapido e distratto di piccoli pezzetti di informazione!
Data la trasformazione ormai in
atto e da cui non si può tornare indietro, cosa fare?
Per evitare che le informazioni
ci sommergano e ci manipolino è necessario “conoscere come funziona la nostra
relazione con i media: come si conquista l’attenzione, come si invita alla
partecipazione, come si sviluppa la collaborazione, come si legge criticamente
l’informazione, come si usano attivamente gli strumenti della rete”
(Rheingold). E per capire se una notizia è attendibile? Si può, ad esempio,
verificare se ne parlano le testate giornalistiche e cercare qual è la fonte
primaria della stessa. Se non si trova niente la cosa più saggia è non
condividere la notizia così da non farsi manipolare. Una notizia non può
diventare vera solo perché l’ha condivisa un amico. Magari quell’amico l’ha
condivisa senza pensarci su o si è fatto ingannare perché corrisponde alle sue
idee e le conferma. Nessuno è infallibile e nessuno merita fiducia automatica,
anche i giornalisti a volte sbagliano, non controllano e abboccano alle
trappole create dai fabbricanti di notizie false e quindi una notizia vista su
un giornale, sentita alla radio o alla TV non è automaticamente vera. Di solito
lo è, ma è sempre prudente esaminare qualunque fonte di informazioni con spirito
critico.
Quando si traggono notizie dal
web, soprattutto quelle spacciate come “evidenze scientifiche”, bisogna
chiedersi: chi è l’autore? Qual è il suo curriculum nel campo disciplinare che
sta trattando? Fa parte di istituzioni o enti conosciuti e accreditati? È
iscritto ad un ordine professionale garante dei suoi iscritti? Molte cose
vengono infatti falsamente diffuse come evidenze scientifiche, ma non lo sono
affatto! Occorre anche chiedersi se la comunità scientifica, nel suo insieme, converge su tale posizione o si tratta di idee perorate da singoli studiosi. Perché, se non si può del tutto escludere che sia corretta una posizione scientifica sostenuta dall'1% degli scienziati, è estremamente più probabile che sia corretta quella sostenuta dal 99%.
Un altro tema interessante è
quello del confronto tra fonti della conoscenza analogiche e digitali per
evidenziare vantaggi e svantaggi di entrambi. Ma cosa si intende con il termine
digitale? Nei cosiddetti segnali digitali, i messaggi vengono convertiti in
simboli numerici. Il codice digitale attualmente utilizzato è correlato al
sistema binario di 1 e 0. Quindi digitalizzare un messaggio significa
convertirlo in sequenze di bit. Il dispositivo che riceve il segnale digitale,
lo ritrasforma nuovamente in un linguaggio comprensibile. Le tabelle seguenti
riassumono alcune caratteristiche di fonti della conoscenza analogiche e
digitali.
A prescindere
dalle fonti da cui attingiamo di volta in volta la nostra conoscenza,
consapevolezza e spirito critico sono ingredienti fondamentali per valutarne
l’affidabilità.
https://people.unica.it/gbonaiuti/complessita-informazionale/
https://www.generazioniconnesse.it/site/_file/documenti/Comunicazione/Fake_news/Dispensa_Docenti_decalogo_bastabufale.pdf
https://www.pexels.com/it-it/
Lavoro svolto da: Samuele
Caroleo, Vincenzo Spanò- 2D
Nessun commento:
Posta un commento