24 marzo 2021

ECONOMIA LINEARE E LA NECESSARIA TRANSIZIONE AD UN'ECONOMIA CIRCOLARE

Adattato da “Chimica blu” di Brady, Jespersen, Hyslop, Pignocchino- Ed Zanichelli
Modello di Economia Lineare

L’attuale MODELLO ECONOMICO LINEARE, esemplificato in figura, si basa sul falso presupposto che le risorse della Terra siano infinite, così come lo spazio in cui collocare i rifiuti finali.

In pratica è la strada maestra per la distruzione della biosfera!

Ad esempio, estraiamo materie prime dal sottosuolo, le usiamo per fabbricare un bene di consumo, usiamo tale bene e quando ce ne stanchiamo lo interriamo in discarica come rifiuto; oppure estraiamo petrolio dal sottosuolo, lo trasformiamo in una raffineria, lo bruciamo nel motore e utilizziamo l’atmosfera come discarica incontrollata dei gas che escono dal tubo di scappamento. In tutte le fasi, usiamo inoltre combustibili fossili, cioè sia per alimentare i processi estrattivi che quelli trasformativi di produzione di un bene e spesso anche nella fase di utilizzo poiché buona parte dell'energia elettrica è ancora prodotta a partire da fonti fossili. Quando un pozzo di petrolio finisce, ne trivelliamo altri. È ormai noto che questo modello di sviluppo è diventato insostenibile. Consumiamo infatti più risorse di quante il pianeta riesca a rigenerarne intaccando il capitale naturale che è parte integrante della ricchezza. Inoltre, le emissioni di CO2 in atmosfera dovute alla combustione di petrolio, gas e carbone, stanno alterando il clima della Terra in modo drammatico, con gravi conseguenze ambientali, economiche e sociali.

MA COSA CONCORRE A FORMARE LA RICCHEZZA DI UNA NAZIONE?

Capitale prodotto dall’uomo + Capitale naturale + Conoscenze, Capacità, Istituzioni  =  RICCHEZZA

Il problema è che le economie puntano solo al PIL (capitale prodotto dall’uomo). Non sempre però la crescita del PIL di una nazione si accompagna ad un aumento di ricchezza pro capite. Ad esempio, secondo statistiche della Banca Mondiale, in India dove è in corso una vertiginosa crescita economica il PIL è aumentato ma la ricchezza pro-capite è diminuita. Ciò si è verificato perché l’aumento del capitale prodotto dall’uomo ed il miglioramento delle Istituzioni non ha compensato la forte perdita dovuta al degrado del capitale naturale. E cosa dire del Brasile dove è in corso la progressiva distruzione della foresta amazzonica?

Insomma non possiamo più permetterci uno sviluppo economico che non comporti simultaneamente vero progresso a livello ambientale e sociale. La resilienza della biosfera alle attività umane rischia di raggiungere un punto di non ritorno.

Per questo, lo sviluppo sostenibile è diventato una priorità. Esso è:

lo sviluppo che soddisfa i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.

Lo sviluppo sostenibile combina la crescita economica, cioè l’aumento della produzione di beni e servizi, con il rispetto per l’ambiente e la tutela delle risorse naturali.

La Terra stessa ci insegna un approccio radicalmente diverso: la vita sul nostro pianeta si perpetua da centinaia di milioni di anni perché la Natura ha realizzato un sistema circolare: attraverso i sistemi fotosintetici terrestri e marini, il rifiuto per eccellenza della vita, la CO2, viene reintegrato nella biosfera come materia vivente, utilizzando l’energia del sole. È da qui che dobbiamo partire, se vogliamo percorrere la strada della sostenibilità ambientale e della preservazione delle risorse naturali, a cominciare da quelle minerali. Le risorse del nostro pianeta sono limitate, di conseguenza, solo la transizione da un’economia lineare a un’economia circolare può permettere il perpetuarsi della civiltà moderna.

Modello di Economia Circolare
tutta l'energia che entra in circolo deve essere ottenuta da fonti rinnovabili e tutta la materia deve essere riciclata.

L’ECONOMIA CIRCOLARE si basa sul presupposto che ogni attività umana necessita di risorse naturali, che devono essere usate in quantità il più possibile limitate (risparmio) e in modo razionale (efficienza).
In pratica, occorre fabbricare oggetti progettati non soltanto per essere usati, come accade nell’economia lineare, ma anche per essere riparati, riutilizzati, raccolti, disassemblati e infine riciclati, così da poter ritornare ad essere risorse utilizzabili.
Inoltre, affinché il sistema complessivo sia sostenibile, occorre che tutti gli stadi della vita di un prodotto siano alimentati da energia prodotta da fonti rinnovabili. La transizione dall’economia lineare all’economia circolare sarà un cammino lungo e difficile, ma anche una straordinaria opportunità, soprattutto per le generazioni più giovani. Occorrono, infatti, chimici, fisici, ingegneri che progettino dispositivi più intelligenti, durevoli e riciclabili; architetti per riprogettare le città, economisti che studino nuovi modelli di sviluppo; giuristi che adeguino gli apparati legislativi, medici e biologi che studino ed evidenzino i benefici per la salute, giornalisti che sappiano veicolare un’informazione scientificamente corretta, politici preparati e consapevoli della necessità della transizione, insegnanti che formino e motivino le nuove generazioni e così via.

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