Adattato da “Chimica blu” di Brady, Jespersen, Hyslop, Pignocchino- Ed Zanichelli
Le batterie ricaricabili agli ioni di litio (LIB) sono
state una delle più importanti invenzioni della fine del XX secolo. Immesse sul
mercato nel 1991, hanno progressivamente reso possibile la diffusione di
dispositivi portatili senza fili come computer e smartphone, che hanno cambiato
il nostro modo di lavorare e comunicare. Oggi si stanno affermando anche nel settore
della mobilità elettrica (automobili, motociclette e biciclette). John Goodenough
(USA), Stanley Whittingham (UK, ma naturalizzato statunitense) e Akira Yoshino (Giappone), che
hanno inventato e perfezionato le batterie al litio, sono stati insigniti del premio
Nobel per la Chimica nel 2019.
Le LIB contengono molti elementi, ma il litio è il protagonista assoluto. Questo elemento, infatti, ha delle caratteristiche perfette per batterie leggere e veloci da ricaricare: è il metallo più leggero della tavola periodica (30 volte più leggero del piombo, molto usato nelle batterie) ed ha una forte tendenza a perdere un elettrone e diventare ione Li+. La batteria è in grado di imbrigliare l’energia che entra in gioco quando si separano fisicamente gli ioni di litio dagli elettroni: i primi si muovono all’interno della batteria mentre i secondi all’esterno. Vediamo com’è fatta e come funziona una LIB.
Il principale produttore mondiale di litio è l’Australia
dove questo prezioso metallo è estratto da rocce in cui si trova a concentrazioni
particolarmente elevate. Seguono Cile e Argentina (e Cina), dove il
litio viene estratto da acque ricche di sali nella regione dei grandi laghi salati
localizzati a cavallo tra Bolivia, Cile e Argentina, nel cosiddetto triangolo
del litio.
Triangolo del litio |
In particolare il Salar de Uyuni, lago salato che si trova in
Bolivia al confine con il Cile, si estende per circa 10.000 km e costituisce la
più grande riserva mondiale accertata di litio. Tuttavia l’estrazione di questo
metallo è al centro di un acceso dibattito che ne ha finora bloccato lo sfruttamento
intensivo. Questo, infatti, avrebbe un enorme impatto economico, sociale e ambientale
in un luogo che, oltre a essere considerato uno dei più belli della Terra (
detto “lo specchio del mondo”), è anche uno dei più poveri del continente americano.
Salar de Uyuni: lo specchio del mondo |
Se tutte le auto attualmente circolanti fossero elettriche, la
domanda annuale di litio si attesterebbe sulle 800.000 tonnellate: circa 10 volte
l’attuale produzione mondiale, oggi destinata solo per il 50% al mercato delle batterie,
mentre il resto si usa nell’industria ceramica, del vetro, dei lubrificanti e in
applicazioni minori. Sebbene si potrà aumentare di 10 volte la produzione mondiale
di litio rispetto ai livelli attuali, non si potranno estrarre milioni di tonnellate
di litio ogni anno per i decenni a venire: l’unica opzione che abbiamo è: RICICLARE.
Nella tavola periodica dell’abbondanza degli elementi, il cobalto è riportato in arancione, poiché, è uno dei metalli a maggior rischio disponibilità nel medio termine. È il miglior metallo di transizione da utilizzare nei catodi per LIB. Si sta tentando di sostituirlo con altri metalli meno preziosi (nickel e manganese), ma al momento è impossibile eliminarlo senza compromettere la qualità delle LIB. La produzione di cobalto è soggetta a diverse criticità. È un classico esempio di metallo autostoppista, ottenuto principalmente come sottoprodotto dell’estrazione di nichel e rame, quindi a rischio di volatilità del prezzo. Inoltre la sua produzione è concentrata per oltre il 60% nella Repubblica Democratica del Congo, un Paese politicamente instabile dove sono presenti attività estrattive abusive con violazioni dei diritti dei lavoratori e impiego di bambini. Anche la raffinazione del cobalto è fonte di preoccupazione, essendo quasi esclusivamente controllata dalla Cina. In pratica, la disponibilità di cobalto si delinea oggi come un potenziale ostacolo all’espansione della mobilità elettrica.
Nuovi sviluppi della mobilità elettrica potrebbero provenire, in futuro, dalle batterie di vetro, di recente sviluppate dallo stesso Goodenough, vincitore del Nobel per le batterie al litio. Le proprietà di queste batterie sono molto promettenti e potrebbero aggirare gli ostacoli e i problemi presentati dalle batterie al litio, come si può scoprire leggendo il seguente articolo:
https://zeroemission.eu/il-premio-nobel-john-goodenough-lancia-la-batteria-di-vetro/
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