20 marzo 2021

UN ELEMENTO A RISCHIO: L’INDIO

 

L’indio è un metallo tenero, di colore grigio e stabile all’aria. Nella Tavola Periodica dell’abbondanza degli elementi chimici è indicato in rosso poiché la sua presenza sulla crosta terrestre è piuttosto limitata, mentre il suo utilizzo continua a crescere in modo molto sostenuto. Viene impiegato come ossido di Indio (90%) drogato con impurezze di Stagno (10%) detto ITO - (Indium Tin Oxide). Questo materiale ha 3 proprietà non comuni: trasparenza ottica, conducibilità elettrica e buona affinità per il vetro. Pertanto viene deposto come sottile pellicola trasparente conduttiva sui display di dispositivi elettronici e su quelli touch screen e trova impiego anche nei LED e nelle celle solari.

Le principali riserve di indio si trovano in Cina, Corea del Sud e Giappone. Non esistono «miniere di indio», cioè impianti estrattivi primari: l’indio si ottiene come elemento secondario (autostoppista) da minerali di zinco (metallo attrattore), assieme a germanio, cadmio e gallio. Il problema degli elementi autostoppisti è che la loro produzione dipende dall’andamento sul mercato degli attrattori, per cui la loro disponibilità e il loro prezzo possono essere soggetti a variazioni non direttamente legati al gioco della loro domanda e dell'offerta. Proprio a causa di queste problematiche gli scienziati sono alla ricerca di materiali alternativi; il più promettente è il grafene ma al momento l’indio è insostituibile. Il suo riciclo in Europa è sostanzialmente nullo, una situazione non più accettabile per un elemento indispensabile e a elevato rischio di disponibilità in un futuro non lontano.

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